‘Stay. Home’

Nomadismo 2.0

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Casa non è necessariamente il luogo dive si è cresciuti ma

il luogo dove non vedi l’ora di tornare.

E’ Mar… anzi no è già Aprile, il quarto mese di un anno che ci ha già messo a dura prova.

Sono stata ferma nello stesso luogo per tre settimane, quasi un record per me. Ho pensato, ho fatto biscotti e provato una grande nostalgia per tanti luoghi diversi. 

Ho chiuso il mio zaino in un ripostiglio ed ho iniziato a viaggiare  con la mente attraverso ricordi, avventure e momenti degli ultimi anni. Immagino che proprio per questo esistano i ricordi. 

Proprio come una terzo della popolazione mondiale sono qui e ferma, in una fredda, nevosa, lenta, vuota ed anche soleggiata San Pietroburgo. Non ci sono aerei da prenotare, treni su cui salire o scelte da prendere.

Mi sono resa conto che comprare uova con l’etichetta in qualche lingua Turca o acquistare le verdure dal mio amico Uzbeko sotto casa o provare a cucinare Dahl Indiano con ingredienti Russi, non è ancora abbastanza. 

‘State a casa’, ci dicono.

STARE e CASA . Due concetti che non mi sono mai stati troppo familiari ed hanno sempre avuto un concetto differente nella mia mente che in quello della media dele persone. ‘Stare’ suggerisce immobilità, un concetto a me sconosciuto. Il mio concetto di ‘Casa’ non somiglia a quell’idea che rappresentiamo su carta con un quadrato sormontato da un triangolo, due buchi per finestre ed un albero di fianco. Ho riflettuto molto sul concetto di Casa ultimamente e di come questa idea si sia trasformata  nei miei ultimi otto anni. 

Anziché in un luogo fisico nel mondo, le mie case sono con me, costantemente. Questo stile a ‘chiocciola’ si adatta decisamente meglio alla mia personalità, principi e progetti, ed inoltre non presenta troppe differenze con il concetto classico di casa.

Ho trascorso parecchio tempo in luoghi dove la gran parte della popolazione continua a praticare il nomadismo, dove tutto quello che si possiede trova posto all’interno di una Ger (‘Yurta', la tradizionale ‘tenda’/casa dei Nomadi delle steppe Centro Asiatiche e Mongole) che viene spostata un paio di volte all’anno da un pascolo all’altro. L’idea è più o meno la stessa per me. 

Non avendo erba da brucare ed una casa di ‘soli’ 90 litri da muovere mi permetto qualche libertà in più.

Essere una ‘nomade’ al giorno d’oggi necessità forza ed equilibrio mentali specialmente in un mondo ed in aree in cui il concetto tradizionale di vita ed abitazione è l’unico socialmente accettato e capito.

‘Casa’ il luogo fisico con una tetto ed una porta e con tutti i tuoi oggetti all’interno trasmette sicurezza, stabilità, equilibro. Gli oggetti, la struttura fisica, ti ricorda chi sei, cosa sei stato e cosa vuoi essere. Ti ricorda no cos’hai costruito, quanto sei andato lontano e quanta strada hai ancora da fare. Forse, in casa troverete quei muri o lavagne pieni di foto e post it attaccati o, forse, librerie colme fi libri che leggeremo e che forse abbiamo già letto.

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Noi, nomadi in movimento da un luogo all’altro, da una casa all’altra, viviamo le stesse esperienze e vicissitudini dei proprietari di muri stabili. Semplicemente le viviamo con meno oggetti e più… pensieri. Il nostro muro sul quale attaccare foto e le nostre mensole da riempire d’oggetti sono nelle nostre menti. Tutto viene organizzato molto ordinatamente ed ‘appoggiato’ nella libreria più ampia che abbiamo a disposizione, la nostra testa.  

Ho imparato a possedere meno e forse anche a preoccuparmi di meno. I luoghi diventano ‘home’ facilmente e velocemente. Appena appoggio lo zaino a terra, lo apro o meglio, lo lascio esplodere, sistemo le mie tre Tshirt su una mensola e porto il caffè in cucina. Una routine che non ha nulla di diverso con quale di chi vive ‘sedentariamente’ nello stesso luogo. 

In questi giorni nei quali ‘stiamo a casa’, di tanto in tanto chiudo gli occhi e penso in quale ‘altra’ cosa potrei essere e dopo anni di pratica mi riesce abbastanza bene ed in un attimo mi trovo nella mia micro- stanza di Delhi o nel luminoso appartamento al nono piano a Tbilisi. Questo è il lato migliore dell’avere tutte le mie ‘home’ con me, sempre. 

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Casa non è necessariamente il luogo dive si è cresciuti.

Casa è il luogo dove non vedi l’ora di tornare, dove non vedi l’ora di essere per poter chiamare i tuoi amici ed avvertirli che finalmente sei tornata.

Casa è dove gli odori sono familiari, dove non hai bisogno di mappe per muoverti, dove ti ricordi dove si trova il il tuo bar preferito e dove vieni chiamo per nome.

Casa è dovunque non vedi l’ora di essere ma anche da dove non vedi l’ora di ripartire perché sai che comunque tornerai presto, ancora ed ancora. 

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