‘‘Dove le preghiere girano e le montagne sfiorano la luna’’

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Il libro

Al ritorno dal mio viaggio in Ladakh e Nepal (vai alla pagina del viaggio) oltre che cambiare vita decisi anche di pubblicare un libro con il racconto della mia esperienza. Un centinaio di pagine raccontano la mia avventura giorno dopo giorno.

Inviami una mail o un messaggio per ottenere una copia! 

‘‘A piedi nudi sulla pietra con la neve sopra la testa, dove le preghiere girano e le montagne sfiorano la luna’’

Viaggio da Delhi a Leh, percorrendo i 600 km dell’unica, solitaria e insidiosa via d’accesso alla remota regione del Ladakh. Attraverso aspri deserti, ghiacciai Himalayani, passi da 5600 metri e lunghi giorni di completa solitudine.


25 giorni, che solo ora mi rendo conto d’aver vissuto tanto intensamente da essere volati. 25 giorni in cui orologio e calendario non hanno avuto nessun significato, in cui mi sembra d’aver vissuto in mille mondi ed epoche diverse, al di fuori del tempo e dello spazio. Ho vissuto intensamente, più che potevo, ogni singolo attimo, lasciandomi invadere e travolgere dalle emozioni, dai luoghi e dalle persone conosciute. 25 giorni che valgono come 25 anni, tanto intensamente sono trascorsi, e tante situazioni e momenti, culture e vite diverse ho vissuto. L’arrivo in Nepal, il primo approccio con un mondo totalmente sconosciuto, lo sballottamento fino a Delhi e la veloce partenza seguita dall’estenuante e sofferta traversata fino a Leh. 12 giorni di lunghi tragitti, superando passi, neve, deserto, laghi, sole accecante e bufere di sabbia nel silenzio delle montagne e nella solitudine dei deserti, nella sacralità che regola la vita ai margini della civiltà. Due giorni a Delhi, solo due di pura sopravvivenza, che valgono il viaggio.

Questo viaggio è stato il mio battesimo, la mia completa assenza di aspettative ha fatto si che come una spugna abbia assorbito totalmente la cultura e la civiltà di un mondo lontano anni luce da quello che ho lasciato. Ho fatto cose che mai avrei immaginato esser capace di fare, vivere luoghi che pensavo non potessero esistere, vissuto, mangiato e dormito in situazioni che non pensavo possibili.

Sguardi penetranti, forse invadenti ma semplicemente curiosi e dolci accompagnati da scoppi di sorrisi che trasmettono una gioia incontenibile e che insegnano quanto poco basta per vivere intensamente e serenamente. In Ladakh la religione regola ogni cosa, la si respira in ogni angolo, la si intuisce in ogni azione e la si ritrova in ogni aspetto della vita. Ruote di preghiera girano tintinnando in ogni vicolo e muri di preghiere si snodano per i villaggi. Monasteri buddisti sorvegliano le valli e i paesi dalla cime rocciose di ripidi pendii scoscesi.  L’ambiente e il clima, così ostile, spinge l’uomo a fare affidamento unicamente a qualcosa che và oltre la debole natura umana.

Le montagne, impervie e incontaminate, infinite e rocciose, che l’uomo sembra coccolare con reverenza e rassegnazione in cambio donano valli verdi e ospitali rendendo questo angolo di mondo magico, trascinante e incontaminato sotto ogni aspetto.

L’ultimo giorno a Delhi ha rappresentato una vera e propria prova, un test, dopo ‘’l’addestramento’’. Coinvolgente e sconvolgente, intenso e furiosamente invadente. Il segreto è lasciarsi trasportare, dagli sguardi, dagli odori e dai colori, dai sapori e dalle sensazioni con una potente dose di curiosità.

È stato uno shock essere di nuovo sbalzati a Milano, è stato come cadere dal cielo e violentemente sbattere contro una tristezza e una superficialità che prima non distinguevo. Faccio irruzione, squarciando la bolla grigia e pesante, che non solo riveste fisicamente questo mondo, ma ricopre ogni singolo aspetto della vita e delle persone. Non c’è passione, intensità, colore e soprattutto entusiasmo. Dove sono i colori, i rumori gli odori e soprattutto gli occhi delle persone, così bassi e concentrati pigramente solo su una superficialità che ci rende tutti così tristi, smorti e privi di entusiasmo.

Voglio mantenere nello sguardo e negli occhi tutto quello che l’india mi ha offerto, voglio mantenere la gioia, la passione e l’entusiasmo che 25 giorni di sguardi neri e profondi mi hanno trasmesso.